Da una triste storia di paese nasce una leggenda che dovrebbe far riflettere su chi siano veramente i mostri.
La storia del “mostro della ghiaia” nasce agli inizi del secolo scorso in un piccolo paesino da un centinaio di anime, sperduto fra i boschi, ai margini di un fiume.
Tra gli abitanti, tutti agricoltori, c’è una coppia di contadini con un figlio alto piu’di 2 metri, di corporatura robusta e con qualche disturbo psichico.
Il ragazzo non è pericoloso, ma spesso si aggira per il paese con un lungo bastone urlando frasi sconnesse infastidendo i compaesani.
Era soprannominato “Il mostro” e molti lo deridevano o evitavano, ma questo non ha fatto altro che generare risentimento nel ragazzo, già labile di mente.
Una notte, infatti, esce armato del suo bastone, suo unico amico, e inizia a molestare gli abitanti del paese. Inizia a battere contro le pareti delle abitazioni, svegliando le persone e facendole innervosire.
Inizia la caccia al mostro della ghiaia.
Alcuni abitanti, stanchi della situazione, decidono di coalizzarsi e dare una lezione al ragazzo.
Non è loro intenzione fargli del male, ma spaventarlo tanto da fargli capire quanto fossero infastiditi dal suo comportamento.
Armati di forconi e badili, lo inseguono con fare minaccioso gridando:- Eccolo, è lui, è il mostro!
Il ragazzo spaventato scappa in direzione del bosco, si da il via ad un inseguimento prosegue fino alla riva del fiume.
Complice la nebbia, perdono le sue tracce in un punto particolarmente buio e pericoloso tra l’argine gioioso del fiume e l’entrata del bosco.
È una zona insidiosa con dei dislivelli che raggiungono i 5 metri, così, il gruppo di “giustizieri”, decide di tornare in paese, non curanti della sorte del giovane.
Odio genera odio…la maledizione di una madre che perde un figlio.
Al sorgere del sole, nel silenzio del mattino, solo un suono riecheggia nella valle, quella di una madre che chiama il figlio che non è ancora rincasato.
Gli uomini del paese, presi dai sensi di colpa, organizzano una spedizione nei boschi che dura per giorni, ma nonostante battano la zona a tappeto, del ragazzo non c’è traccia.
La donna rassegnata e distrutta dal dolore, maledice tutti gli abitanti del villaggio e le generazioni a venire incolpandoli per la perdita del figlio.
Ad oggi, si narra che per anni, in quel villaggio si è pianta la morte di tanti bambini e ragazzi per morti e sparizioni sospette.
Molte sono le testimonianze dei forestieri che, passando in quella zona, sentono urla, pianti e un rumore simile a quello di un bastone che sbatte sulle pietre.
Questa storia dovrebbe farci riflettere su chi siano veramente i mostri.
Quanto un cuore pieno d’odio possa dare il via ad una catena d’eventi nefasti dove sono gli innocenti a pagarne le conseguenze.
“I mostri ci inducono a soffermarci sulle nostre paure, quelle che magari facciamo finta di non vedere o cerchiamo di mettere da parte, ma che in realtà sono sempre presenti, davanti o difianco a noi perché governano i nostri cuori. Chi combatte con i mostri deve guardarsi da non diventare egli stesso un mostro…e se guarderai a lungo nell’abisso l’abisso guarderà dentro di te. -Friedrich Nietzsche
Se vi piacciono le storie di fantasmi, vi interesseranno anche le storie di “Via cessati spiriti” o di “Pericolo 81“.
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