Per una vendetta personale più di 300 persone innocenti perdono la vita in volo.
L’incidente aereo dell’Air India 182, è l’ennesima dimostrazione di quanto la malvagità degli uomini sia alla base di ogni attacco terroristico
23 giugno 1985, Qebec, il Boing 747 dell’Air India 182 è in pista, pronto ad ospitare i 329 passeggeri diretti in India in fila al chek-in.
Il volo prevede uno scalo all’aeroporto Heathrow di Londra, ma a causa di qualche piccolo imprevisto si prevede un ritardo di 1 ora e mezza sulla tabella di marcia.
A causa di overbooking, alcuni passeggeri, tra cui M.Singh, vengono spostati al volo successivo, imbarcando solo i bagagli
Finalmente tutto sembra procedere per il verso giusto, almeno fino a quando il volo non raggiunge i cieli dell’Irlanda.
La ricostruzione dell’attentato
Sono le 7.14 e il volo Air India 182 scompare dai radar dell’ATC , senza nessun mayday ricevuto.
Alle 7.30 viene dichiarato lo stato di emergenza.
Alle 9.13 la nave Aisling del Servizio navale irlandese, insieme a una nave cargo, raggiunge il luogo in cui si è perso il segnale.
Quello che emerge dall’oceano, pezzi di fusoliera, motori e corpi galleggianti, non lascia dubbi, l’aereo è prima esploso, poi è precipitato in mare.
Purtroppo, nonostante l’intervento tempestivo, solo 131 delle 329 vittime, di cui 280 canadesi di origine indiana vengono recuperate.
A 55 minuti dalla perdita del segnale del volo 182, all’aeroporto di Tokyo-Narita, esplode un altro ordigno uccidendo 2 addetti ai controlli e ferendone 4.
La malvagità degli uomini è il vero attacco terroristico
La bomba è stata collocata all’interno di una radio Sanyo FMT 611K collegata ad un orologio Micronta usato come timer e una batteria da 12 volt Eveready collegata all’innesco di polvere da sparo.
Il tutto è stato nascosto nel bagagliaio del passeggero M.Sing, l’uomo trasferito nel volo successivo per via dell’overbooking.
Probabilmente se non ci fosse stato quel ritardo di 1 ora e mezza, il bagaglio sarebbe esploso all’aeroporto di Londra.
Dalle indagini è emerso che Sing è un terrorista del gruppo di estremisti del Sikh, guidato dai Babbar Khalsa.
L’ipocrisia di usare la religione o un ideale per mascherare la malvagità degli uomini
L’attentato dell’Air India 182 non è altro che una rivendicazione dell’Operazione Blue Star, ordinata dal primo ministro Indira Gandhi nel 1984.
Lo scopo dell’operazione era eliminare i militanti rivoluzionari del Sikh, guidati da Jarnail Singh Bhindranwale e i suoi seguaci, compresi anziani, donne e bambini.
Tra il 3 e il 6 giugno 1984, nel Tempio D’oro ad Amritsar, nello stato del Punjab, luogo di culto sacro dei Sikh, le truppe indiane guidate da Kuldip Singh Brar danno il via ad una vera e propria guerriglia.
La Blue Star è stata una carneficina dove hanno perso la vita un gran numero di innocenti, ma la vendetta degli Sikh non è stata da meno.
Più che una rivendicazione, l’attentato alla Air India 182 è stata la causa di morte di più di 300 persone totalmente estranee ai fatti.
In queste situazioni non ci sono i buoni o i cattivi, ma solo perdite e perdenti e purtroppo, come sempre, sono gli innocenti a rimetterci la vita.