Una fitta rete di corruzione che vede implicata la polizia di Fresno, si conclude con la morte di un giovane attivista. Il caso John Lang, una storia da brividi
La morte di John Lang è un caso molto complicato, sembra quasi la trama di un film, come abbiamo già visto, però, capita che la realtà superi la finzione.
John Lang era un attivista, un blogger, aveva un canale YouTube e un profilo Facebook che sono stati oscurati subito dopo la sua morte.
Perché tanta fretta? Sono moltissime le pagine e gli account presenti, anche se inattivi, di persone decedute, ma stranamente non in questo caso.
È come se si fosse voluto cancellare in fretta e furia tutto ciò che riguarda la storia e le informazioni raccolte da Lang.
Per provare a ricostruire nel miglior modo possibile questa vicenda, bisogna innanzitutto capire chi era John e a cosa si stava interessando.
John Lang, il suo blog di denuncia e gli attacchi alla polizia locale
John Lang era un blogger attivista di Fresno, in California (Usa).
Trattava argomenti “spinosi” riguardanti la sua città, come attività illecite, abusi di potere o ingiustizie varie.
Spesso era proprio lui a indagare per approfondire l’argomento il meglio possibile per poi denunciare il fatto in rete, ma la sua ultima indagine, forse, gli è costata un po’ troppo.
John, infatti, era riuscito a scoprire un’attività non proprio legale effettuata dalla polizia locale di Fresno ai danni dei cittadini dei quartieri poveri.
Gli agenti, tramite la scansione delle targhe dei veicoli parcheggiati fuori dai market di periferia, o nei parcheggi nelle zone popolari, stillavano una “lista nera”.
Dai dati raccolti, risalivano alle persone con multe arretrate o piccoli carichi in pendenza (reati minori) e organizzavano posti di blocco mirati.
Una volta posizionati nella giusta area, fermavano solo le targhe incriminate e, fra “mazzette” e percentuali sulle multe, si intascavano delle cifre consistenti alle spalle dei cittadini.
Riuscì anche anche a scoprire una rete di corruzione dove la polizia di Fresno, sempre secondo John, era coinvolta attivamente.
Per concludere, poi, alcuni agenti, cercavano in rete, anche attraverso l’indirizzo IP, i nominativi di chi come John, si interessava un po’ troppo agli affari della polizia per poi intimiditi tramite minacce.
I malcapitati venivano stalkerizzati in rete e perseguita in strada fino allo sfinimento, in alcuni casi, in modo davvero pesante.
La morte di john Lang, una tragedia che poteva essere evitata
Il calvario del povero John Lang ha inizio il 13 gennaio 2016, quando sul suo blog esce un’articolo che parla della sua esperienza con le forze di polizia di Fresno.
Da più di 7 anni, il giovane attivista veniva attaccato e provocato in tutti i modi, dai fermi continui alle minacce, sia velate che esplicite.
Pare che la polizia tentò di piazzare in casa sua false prove create ad hoc per incriminarlo di alcuni reati fittizi, provarono addirittura di accusarlo di pedofilia.
Accuse pesanti che Jhon non ha mai ritrattato, anzi, si decise addirittura di rivolgersi agli affari interni per denunciare il fatto.
Purtroppo, fu una pessima decisione, da quel momento in poi, la sua vita divenne un inferno, era diventato ufficialmente il nemico n°1 della polizia.
John Lang solo contro la polizia
I primi attacchi seri, anche se ancora piuttosto velati arrivano dai social. John frequentava il gruppo di attivisti Fr esno People’s Media e aveva un suo account, dopo la denuncia ai “piani alti” su quelle pagine iniziarono ad arrivare messaggi ambigui.
Ad esempio, un agente dal nick Kevin Arial, una mattina, gli lasciò sul suo profilo questo messagio:
“La prima regola del Fight club è non parlare mai del Fight club!…dovresti saperlo Mr. Lang”
John inizia a capire il gioco si fa duro, gli agenti fanno in modo di fargli perdere il controllo ed inizia una serie di molestie da cui sente che non ne uscirà vivo.
Verso la metà di gennaio John ha iniziato a chiedere aiuto pubblicamente a chiunque, pubblicando sui social video e messaggi come prova di ciò che gli stava accadendo.
Iniziò a notare alcune auto che lo seguivano, persone sconosciute che puntualmente trovava fuori dal posto di lavoro o dal supermercato.
La situazione era diventata così inverosimile che nessuno gli credeva, anche gli amici pensavano si trattasse di esaurimento nervoso.
Tanti lo sostengono, ma nessuno gli crede. La morte di John Lang si poteva evitare?
Fu così che si decise ad installare un sistema di video sorveglianza esterno h24 per documentare tutto ciò accadeva fuori da casa sua
Riuscì a caricare ben 17 video sul suo canale YouTube dove si vedevano chiaramente sempre le stesse macchine piazzarsi davanti casa sua.
Negli ultimi video raccontò come un agente in particolare, in certo Eli Ramirez, provò in tutti i modi di piazzargli della droga in casa per poi arrestarlo.
Purtroppo era chiaro che non poteva rivolgersi a nessuna forza di polizia, gli rimaneva solo il sostegno dei suoi iscritti di YouTube.
Quando iniziò a notare dei salti temporanei nei filmati del suo impianto di videosorveglianza capì che non poteva fare più nulla.
Gli ultimi giorni di John vengono documentati su Facebook insieme agli ultimi appelli
Il 14 gennaio 2016 John, posta su Facebook questo messaggio:
–“Ragazzi, voglio solo avvertirvi di una cosa, se dovesse capitarmi qualcosa o domani o fra 2 giorni, sappiate che la colpa sarà della polizia di Fresno, dei miei vicini di casa e di u dipendente del posto in cui lavoro.
Il giorno seguente, il 15, lancia un appello al giornalista locale Corin Hogarth chiedendogli di indagare sui poliziotti corrotti che gli stanno rovinando la vita.
Anche il giorno seguente ha postato una richiesta d’aiuto, ma rivolta ai suoi followers:
“Qualcuno vuole venire a casa mia sta notte? Deve però avere il porto d’armi, pendo che delle persone verranno a prendermi sta notte”.
Il Tg di Fresno, il 20 gennaio apre con questa notizia:
“Una casa a Fresno ha preso fuoco verso le 3 di notte, le fiamme sono state domate solo diverse ore dopo e all’interno dell’abitazione è stato trovato il corpo di un uomo. Dalle prime analisi risulta che la vittima è stata pugnalata diverse volte e poi arsa insieme all’edificio. L’uomo è stato identificato con il nome di John Lang“.
Chi c’è dietro a questa storia?
A pochi giorni dalla tragedia, inspiegabilmente, tanto il blog di John, quanto quelli degli attivisti che han parlato di questa vicenda sono stati oscurati.
Anche la pagina Facebook è scomparsa, l’unica traccia di John si può ancora trovare su YouTube, anche se molti video sono stati rimossi.
Questa vicenda è stata portata alla luce da un thread di Reddit, in poco tempo ha iniziato a girare ed è stata aperta una petizione on-line.
Attraverso un sito governativo sono stati coinvolti il presidente degli Stati Uniti e l’ F.b.i., già, peccato che anche iniziativa sia sparita nel nulla!
Ora la domanda sorge spontanea:
Ci sono davvero persone talmente “intoccabili” da poter scavalcare qualsiasi istituzione e massima carica a livello mondiale?
Sono le verità nascoste ciò che l’uomo teme più di ogni altra cosa?