Oggi vi parlo della roccia di Dighton, una pietra di 40 tonnellate dove sono incisi simboli e linee geometriche, ancora oggi misteriosi.
Nel 1680, il colono inglese John Danforth trovò nel fiume Taunton, la roccia di Dighton, nome dovuto al villaggio dove si trovava, in Massachusetts (USA).
Si tratta di una pietra, di color grigiastro, di 40 tonnellate, alta circa 1,5 metri, larga 2,9 metri e lunga 3,4 m. Sul masso sono incisi i petroglifi, cioè disegni e simboli fatti da popoli preistorici.
Incuriosito e incapace di svelare le incisioni, Danforth ne fece un disegno, che oggi è conservato al British Museum, generando un clamore tra le persone che credono alle origini mistiche e superstizioni.
Le varie teorie
Nel corso degli anni, diversi studiosi e anche curiosi si sono recati sulla pietra per cercare di decifrare ciò che vi è scritto, ma con pochi risultati.
Nel 1690 il reverendo Cotton Mather nel suo libro The Wonderful Works of God Commemorated, descrisse la roccia nel seguente modo:
Tra le varie curiosità su New England, abbiamo un’imponente pietra perpendicolare scolpita con iscrizioni che nessun uomo in vita sa come o quando siano state realizzate. Pieno di strani personaggi, la roccia suggerisce che c’erano pensieri particolari nelle persone che erano qui prima di noi
A metà del 1781, il conte Antoine Court de Gebelin di Parigi disse che la roccia di Dighton rappresentava i buoni rapporti che i marinai di Cartagine, che vivevano nella baia di Mount Hope, avevano con gli indiani.
I disegni, avrebbero simboleggiato la rappresentazione di quando i marinai si consultavano per trovare il momento migliore per il viaggio di ritorno a Cartagine.
Oltre alla teoria del conte, l’educatore accademico Ezra Stiles, nel 1807, dichiarò di aver scoperto le parole “re”, “sacerdote” e “idolo” in fenicio, scolpite lungo la pietra.
Circa 24 anni dopo, il professor Ira Hill suggerì che le iscrizioni fossero state fatte nel secondo mese del decimo anno del regno di re Salomone, durante una spedizione degli ebrei, come descritto nell’Antico Testamento.
Le parole decifrate
Nel 1918, lo psicologo e ricercatore Edmund Delabarre divenne famoso in Portogallo dopo aver scoperto la data “1511” incisa sulla superficie della roccia e non solo.
Attraverso un’indagine scoprì che nel 1500 l’esploratore portoghese Miguel Corte-Real, scomparve dopo un viaggio esplorativo nell’Atlantico, ma secondo Delabarre, questi aveva raggiunto New England.
Per precisare, New England è la regione nord-orientale degli Stati Uniti, che comprende gli Stati del Maine, Vermont, New Hampshire, Massachusetts, Connecticut e Rhode Island.
Mettendo insieme le informazioni, Delabarre interpretò alcuni scritti come: MIGUEL CORTEREAL v[oluntate] DEI hic IND[iorum] 1511, che tradusse in portoghese come: “Miguel Corte-Real per volontà di Dio, sono diventato capo degli indiani 1511”.
Tra tante ipotesi di persone che affermano che le incisioni siano state realizzate da esploratori portoghesi o da vichinghi, l’autore Gavin Menzies ha affermato che la roccia di Dighton è stata scolpita da antichi marinai cinesi.
Secondo Gavin, il continente americano era stato visitato da questi marinai cinesi, quasi 100 anni prima dell’arrivo di Cristoforo Colombo.
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La quantità di tentativi e teorie per decifrare la roccia di Dighton non sono mai stati esaustivi. Nel 1963, le autorità statali del Massachusetts rimossero la roccia dal fiume e la misero in un museo chiamato Dighton Rock State, in onore della scoperta.
Qua sotto vi lascio un articolo che parla del Pozzo dell’Inferno nel deserto dello Yemen.
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