Il tragico mistero di Catanzaro, il ponte di Siano collegamento fra reale e paranormale?
Suicidi, presunte possessioni, coincidenze sospette, Il ponte maledetto di Siano, collegamento fra il mondo dei vivi è quello dei morti?.
In Italia, in quanto a misteri, non abbiamo nulla da invidiare a nessuno.
Ogni regione ci regala un bell’assortimento di leggende e fatti di cronaca irrisolti.
Che si tratti di fantasmi o strani avvistamenti, il Belpaese ha il suo primato anche nell’ambito del paranormale.
Dopo la Liguria e i suoi spettri e i rettilodi sul Po, un mistero proveniente dalla Calabria.
Il ponte tra Siano e Catanzaro è teatro di inspiegabili fatti e connessioni paranormali, realtà o suggestione?
Il suicidio di Giuseppe
Tutto ha inizio in un maledetto giorno di febbraio, il 13 febbraio del lontano 1936.
Siamo in Calabria, a Siano, sulla strada che porta a Catanzaro, precisamente sul famoso ponte che collega le 2 località.
Ponte che, malauguratamente, deve la sua fama proprio ai fatti che sto per narrarvi.
In una sera di fine inverno, sotto il cavalcavia, viene rinvenuto il corpo senza di un giovane.
Si tratta di Giuseppe Veraldi, un 19enne di Catanzaro.
Un caso semplice che, dopo una breve indagine di routine, viene archiviato dalle forze dell’ordine come suicidio.
Nonostante non ci sia una spiegazione per questo gesto inconsulto, a detta di amici e parenti, il caso viene chiuso.
Qualche dubbio rimane, ma la vita continua e con il tempo si cerca di dimenticare, del suicidio di Giuseppe non se ne parla più… almeno fino al 1939
Il ponte maledetto di Siano e lo strano caso di Maria
A circa 3 anni dalla disgrazia, il 5 gennaio del’39, sul passaggio di quello stesso viadotto, accade qualcosa di inimmaginabile.
Un gruppo di adolescenti della zona stanno attraversando il ponte, quando una di loro, Maria Talarico, 17 anni, avverte uno strano malore.
Quello che sembrava un normale giramento di testa, si trasforma in una crisi convulsiva che si rivelerà essere una crisi mistica.
La ragazza viene subito accompagnata a casa, ma è quando si riprende che le cose iniziano a prendere una piega strana.
La voce e gli atteggiamenti di Maria assumono toni maschili, non riconosce quell’abitazione come sua e insiste per parlare con la sua ‘vera’ madre.
Si fa accompagnare in Rione Baracche alla ricerca di Caterina Veraldi che al momento però non si riesce a reperire.
Non vi dice niente il cognome Veraldi? Esatto, la donna in questione, la presunta ‘vera madre’, è la mamma della giovane vittima del ponte.
Prima di essere riaccompagnata a casa, Maria, lascia sul portone di un palazzo un biglietto per la donna.
Quando la signora Caterina riceve il messaggio è sotto shock, tanto per il contenuto quanto per la calligrafia che pare quella del figlio defunto.
La donna si reca dai carabinieri e il caso viene riaperto.
Il biglietto verrà successivamente allegato agli atti dell’indagine, ma cosa c’è scritto di così importante?
Il ponte maledetto di Siano, uno strano caso di possessione?
Questi fatti sono un’inspiegabile coincidenza e un caso di possessione, per una volta benevola.
Maria infatti, inizia a bere, fumare e giocare a carte, proprio come Giuseppe, ma la prova definitiva la darà il giorno seguente.
La ragazzina va in paese a cercare alcuni personaggi apparentemente a caso e li porta in una baracca vicino la fiume.
Quello è il luogo dove Giuseppe andava a giocare a carte e anche l’ultimo posto dove è stato avvisato da vivo.
Giunti a destinazione si versa del vino e chiede a quei ragazzi di aggiungere al suo bicchiere sale e papavero, come “quella sera”, poi, punta il dito verso di loro e inizia ad a di avergli tolto la vita.
Dopo questa scenata, Maria viene portata a casa, finalmente incontra Caterina che nel frattempo aveva ricevuto il biglietto e si è diretta immediatamente dai Talarico.
Dopo uno straziante abbraccio e lacrime di commozione, la 15enne da il via ad il lunghissimo e dettagliato racconto dell’ultima sera di Giuseppe.
I fatti narrati stravolgeranno completamente le indagini delle forze dell’ordine e porteranno all’arresto dei veri responsabili della tragedia, regalando finalmente la meritata giustizia alla giovane vittima.
La maledizione del ponte di Siano continua
Quella sera Giuseppe fu avvelenato, ucciso a bastonate e gettato dal viadotto per far sembrare tutto un suicidio, un delitto quasi perfetto.
Dopo 36 ore di ‘Trance’, la protagonista di questa storia è ritornata in se portandosi dentro solo qualche vago ricordo dell’accaduto.
Un caso degno di nota,
Il ponte maledetto di Siano, cartoline dall’inferno
Il ponte maledetto di Siano si è guadagnato una reputazione di tutto rispetto tra le leggende nostrane.
È considerato uno dei luoghi più infestati della Calabria, meta turistica di cacciatori di paranormale.