Il misterioso incidente del passo di Dyatlov

Oggi vi parlo della tragedia del passo di Dyatlov, dove nove escursionisti morirono in circostanze misteriose.

L’incidente del passo di Dyatlov, ebbe inizio il 28 gennaio 1959 quando dieci escursionisti, otto uomini e due donne, partirono da Vizaj per un’avventura sugli sci sul monte Otorten, situato nella regione settentrionale degli Urali della Russia. 

Yury Yudin, unico sopravvissuto, si ammalò durante l’ultima tappa prima del destino e lasciò la squadra. 

Intorno alle 17:00 del 1° febbraio, il gruppo, guidato da Igor Dyatlov, ha piantato le tende sulla montagna vicina al monte Otorten, il Kholat-Syakhl. 

L’accampamento era insolito per uno sciatore esperto, considerando che era fatto all’aperto, piuttosto che in una vicina area boschiva.

Dyatlov avrebbe dovuto inviare un telegramma, quando sarebbero tornati a Vizaj, non più tardi del 12 febbraio; ma del gruppo non si ebbero più notizie.

Il 26 febbraio una squadra di soccorso, ha iniziato la ricerca e ha trovato l’accampamento completamente abbandonato. 

Ancora più allarmante è stato il fatto che tutti gli effetti personali degli sciatori, comprese le scarpe e l’attrezzatura per il freddo, sono stati trovati ancora all’interno delle tende. 

Non è stato trovato alcun segnale di colluttazione, ma era chiaro che gli escursionisti avevano lasciato rapidamente l’accampamento.

Nella neve alta circa un metro, gli investigatori hanno trovato 9 impronte, stranamente, alcune di queste sono state lasciate da persone che indossavano solo calzini, una scarpa o addirittura scalzi.

I corpi

Circa 500 metri più in basso, ai margini di una vicina foresta, gli investigatori hanno trovato i primi due corpi sotto un enorme cedro. Georgy Krivonischenko e Yury Doroschenko erano scalzi e indossavano solo la biancheria intima. È stato stabilito che erano morti di ipotermia.

I rami spezzati intorno alla base del cedro indicavano che uno di loro si era arrampicato sull’albero. Forse stavano cercando di scappare da qualcosa o qualcuno. I due avevano cercato di accendere un fuoco, poiché sono stati trovati resti carbonizzati di rami.

Circa a metà strada tra il confine della foresta e il campo, furono trovati altri tre corpi: Igor Dyatlov, Zina Kolmogorova e Rutem Slobodin. Le autorità hanno stabilito che il trio, stava probabilmente cercando di tornare all’accampamento. 

Sebbene il cranio di Slobodin fosse fratturato, i medici hanno stabilito che questa lesione non sarebbe stata fatale. Tutti e tre sono stati dichiarati morti di ipotermia, secondo le autopsie.

Due mesi dopo il ritrovamento dei primi cinque corpi, i restanti quattro furono ritrovati, sotto i 4 metri di neve, in un burrone, a 75 metri dal già citato cedro.

Nicolas Thibeaux-Brignollel, Alexander Zolotaryov, Ludmila Dubinina e Alexander Kolevatov avevano subito ferite traumatiche.

Il cranio di Thiebeaux-Brignollel era stato schiacciato e gli altri tre individui avevano diverse costole rotte. Tutti e quattro gli escursionisti erano morti per gravi ferite interne. 

I medici hanno paragonato le ferite a quelle che si verificano quando una persona viene investita da un’auto. Tuttavia, a differenza di un incidente stradale, i corpi non hanno mostrato segni di lesioni esterne. La cosa più inquietante è che la lingua di Ludmila Dubinina, era stata rimossa.

L’archiviazione e la riapertura del caso

Pochi mesi dopo il caso è stato archiviato e i documenti sarebbero stati inviati a un archivio militare segreto. Gli investigatori non hanno trovato prove di violenza tra i membri del gruppo. L’area della tragedia, è stata chiusa per tre anni a sciatori e escursionisti.

Il 3 febbraio 2019, il governo russo ha annunciato la riapertura delle indagini, di questo tragico incidente.

Nel luglio 2020, la Procura generale della Regione di Sverdlosk ha chiuso definitivamente il caso, affermando che la morte dei nove escursionisti, è stata causata da una valanga, che ha travolto l’accampamento del gruppo.

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Marco Buoso è un esperto del mistero a livello internazionale, con grande esperienza nelle indagini. Il suo contributo è molto importante per il team, considerato uno dei più saggi e dotato di grande saggezza. Buoso ha dedicato la sua vita alla ricerca e alla comprensione dei fenomeni paranormali e misteriosi, accumulando una vasta conoscenza e competenza in questo campo. Attualmente si trova in Brasile dove sta investigando su alcuni fenomeni paranormali, mettendo a disposizione la sua esperienza e la sua competenza per portare alla luce la verità su questi misteri.
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