Oggi vi parlo della Città del Giaguaro, un’antica città Maya scoperta nel 2013 in Honduras.
Grazie alla tecnologia, nel 2013 un team composto da archeologi nordamericani e honduregni, ha scoperto la Città del Giaguaro. Secondo uno dei ricercatori, potrebbe trattarsi di una nuova cultura, fino a ora sconosciuta.
Il luogo in cui si trova questo incredibile ritrovamento, è l’Honduras, nella foresta fluviale chiamata La Mosquitia, conosciuta come una delle giungle più impenetrabili del mondo.
La scoperta senza precedenti, è stata resa possibile per mezzo di un nuovo sistema di riconoscimento dell’area, (LIDAR).
Il sistema LIDAR lancia impulsi di raggi laser, che consentono di mappare determinate aree di terreno, anche se boschive.
Dopo aver visitato alcune parti del territorio, gli esperti hanno potuto portare alla luce un intero tesoro archeologico senza precedenti.
Seconda spedizione
Fu durante una seconda spedizione nel 2015, guidata dall’archeologo americano Chris Fisher, che furono raccolti più di 200 reperti archeologici, per poi essere analizzati attentamente.
Tutto sembra indicare che questi manufatti, per lo più in pietra, potrebbero appartenere alla fase post-classica mesoamericana, che va dal 1000 al 1500 d.C.
Ma secondo l’esperienza di Fisher, si tratterebbe di una nuova cultura, che potrebbe avere una grande influenza in altre aree della regione sudamericana. Ciò significa che ci sono nuove prospettive legate alla storia americana precolombiana.
Le prime conclusioni esposte dal gruppo di ricerca, rivelano che i manufatti raccolti sono stati sepolti con molta attenzione; allo stesso tempo, si può notare che il terreno dove erano deposte, era rigorosamente condizionato con una specie di argilla rossa.
Tutti gli oggetti sono stati disposti attorno a una figura dall’aspetto enigmatico, che gli esperti considerano un pezzo chiave. È una scultura a forma di avvoltoio, si può vedere con le ali spiegate ma solo parzialmente.
Sono stati trovati anche numerosi vasi di pietra, alcuni interi e altri rotti, con decorazioni che mostrano avvoltoi e serpenti sui bordi.
L’area di lavoro è molto ampia, potrebbero volerci molti anni per studiarla a fondo. Finora, gli scavi del team Fisher si sono concentrati su un raggio inferiore a 60 metri quadrati.
I risultati ottenuti in questa prima fase di prospezione archeologica sono stati davvero sorprendenti, soprattutto perché effettuati nella città più piccola. Sebbene sia il più piccolo, contiene circa 19 stabilimenti precolombiani.
Forse i 19 insediamenti appartenevano allo stesso territorio guidato da un cacicco, il capo del villaggio. La teoria del team di archeologi, sostiene inoltre che si trattasse di una città che esercitò una grande influenza nella regione, che a un certo punto conobbe il suo periodo di massimo splendore.
Ciò deriva dal fatto storico che la giungla di Mosquitia, per un periodo, è stata una zona di grande attività commerciale. Diversi gruppi etnici dell’Honduras, del Messico e di alcune isole dei Caraibi hanno attraversato i fiumi in grandi canoe, per scambiarsi prodotti o merci.
Gli esperti continuano a fare del loro meglio per portare alla luce tutta la verità, su questa misteriosa e sconosciuta cultura mesoamericana.
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