HBO’s The last of us: la recensione del Cartel

“The Last of Us: la trasposizione televisiva emozionante e fedele del videogioco”

Le migliori trasposizioni come The last of us, non imitano semplicemente la loro fonte originale, ma mirano a arricchirla per coloro che ne sono già a conoscenza, allo stesso tempo fungono da punto di accesso per chi non lo è.

HBO’s The Last of Us fa esattamente questo: una rivisitazione brillante di una delle storie più amate dei videogiochi che ricreano la magia di ciò che l’ha resa speciale per molti, facendola colpire di nuovo con effetto sorprendente.

Grazie a una coppia di straordinari interpreti principali e una visione esecutiva magnifica di cosa significhi trovare speranza e amore in un mondo determinato a negarlo, The Last of Us emoziona dal primo episodio fino all’ultimo.

L'attrice che interpreta Ellie nella serie TV di The Last of Us non ha mai  giocato al videogioco

La struttura della storia sarà familiare a chiunque abbia giocato il gioco originale, ma questo non significa che si sappia esattamente cosa accadrà poiché vengono frequentemente intraprese deviazioni.

Un mondo post-pandemico in cui le comunità umane cercano di sopravvivere in un mare d’infezione, è un luogo reso crudo e concreto dal creatore della serie Craig Mazin, con l’aiuto del creatore del gioco originale The Last of Us, Neil Druckmann.

La premessa della trama ruota attorno a Joel, un contrabbandiere incaricato di accompagnare una ragazza adolescente verso ovest in un’America devastata da una pandemia fungina mortale da 20 anni. Naturalmente, le cose non vanno lisce poiché il pericolo si cela dietro ogni angolo sia sotto forma umana che post-umana, pronto a spezzare il loro legame sempre più stretto.

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I personaggi:

Ellie, che avrebbe potuto facilmente essere ridotta a un semplice mezzo narrativo, rappresenta invece il fulcro carismatico della serie, evocando al contempo in Joel il ricordo di ciò che ha perso e riempiendolo di un senso di scopo che non provava dal suo giorno più buio.

L’amore perduto è un filo conduttore della serie, ma di particolare importanza in The Last of Us è l’amore pseudo-paterno scoperto tra i due personaggi.

Bella Ramsey è semplicemente straordinaria nei panni di Ellie, passando con naturalezza tra delicate vulnerabilità, vivace entusiasmo giovanile e determinazione.

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È una vera rivelazione e merita ogni sorta di elogio per aver saputo conferire un’interpretazione così originale ad un personaggio il cui primo ruolo era così ben radicato nella mente degli spettatori.

Ellie è una forza della natura fin dall’inizio, ma Ramsey cresce di intensità man mano che la stagione prosegue, accompagnando la relazione tra Joel ed Ellie.

Impatto visivo:

Visivamente, The Last of Us è spesso uno spettacolo da ammirare, anche quando la telecamera è puntata su soggetti decisamente brutti.

Dettagli come vecchie macchie di vernice che si staccano dalle pareti e vene fungine che strisciano sui pavimenti creano un’atmosfera realistica in gran parte degli edifici.

Ampi paesaggi creano immagini di classici western, soprattutto quando le stagioni cambiano e la neve ricopre il suolo.

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Ma se The Last of Us è una serie con un’ottima realizzazione visiva, è soprattutto nell’audio che eccelle.

Grida lontane e clic nelle vicinanze echeggiano spesso in maniera terrificante in scene ambientate in un mondo così silenzioso che qualsiasi suono può essere allarmante.

Anche la colonna sonora originale è eccellente, con ritornelli familiari dell’iconica colonna sonora di Gustavo Santaolalla che cantano in armonia con pezzi originali che pulsano e si muovono attraverso alcuni dei momenti più ricchi d’azione.

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L’azione è utilizzata con parsimonia, ma spesso con effetti scioccanti, così come gli aspetti degli infetti.

I primi piani degli infetti e della loro nuova biologia fibrosa sono francamente disgustosi mentre tentacoli sfocati strisciano fuori dalle loro bocche come xenomorfi nidificati.

La loro testa fatta di funghi aggiunge ulteriori strati di paura, ognuno di essi si presenta come una vera e propria minaccia mortale indipendentemente dalla preparazione di Joel ed Ellie.

Nel gioco, la presenza degli infetti si fa sentire principalmente attraverso il gameplay e gli scontri. Poiché la serie televisiva non si basa sull’azione costante, sceglie invece di concentrarsi sulle storie umane esistenti in questo mondo e lo fa con grande efficacia.

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Detto questo, non posso fare a meno di desiderare solo una o due apparizioni in più dei clicker durante i nove episodi.

HBO’s The last of us: recensione finale:

In generale, la trama non si discosta troppo dal materiale originale, ma a volte prende delle deviazioni per approfondire alcuni aspetti del mondo precedentemente inesplorati.

Alcune inquadrature o dialoghi potrebbero far venire in mente ai giocatori il famoso film “The Revenant” di Leonardo DiCaprio, ma soprattutto questi momenti non si sentono mai forzati, ma si adattano perfettamente alla estetica della serie.

Un uso sapiente dei flash back dipinge un quadro più ampio del mondo in generale, fornendo un contesto supplementare sia a livello personale che globale e fornendo un’istantanea sociale della vita sia prima che dopo l’epidemia.

Si ha la sensazione che il creatore della serie Druckmann stia apprezzando la rivisitazione della sua storia e l’aggiunta di sezioni, come una prima tappa in Indonesia, che non avrebbero avuto senso nel gioco.

Ci sono anche scene che esplorano temi condivisi con il precedente lavoro di Mazin su Chernobyl, in primis la coraggiosa lotta della classe operaia contro la disperazione e i fallimenti del governo.

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Ma in nessun momento si distoglie lo sguardo dall’impatto umano molto personale che un mondo cambiato per sempre ha sulla sua gente in modi diversi.

C’è un vero senso di una partnership creativa che lavora al massimo delle sue capacità qui, mentre vecchie e nuove idee si fondono e alla fine trionfano.

Inoltre, l’uso di temi come la famiglia, l’amicizia e il sacrificio vengono mostrati in modo commovente e profondo, fornendo una nuova prospettiva sulla trama originale del gioco e arricchendo l’esperienza per gli spettatori.

In sintesi, la serie televisiva di The Last of Us è un’esperienza emozionante che non delude i fan del gioco originale, allo stesso tempo offrendo un punto d’ingresso adeguato per chi non l’ha mai giocato.

Vorrei ringraziare i nostri fan per il loro continuo supporto e interesse nelle questioni riguardanti l’intelligenza artificiale.

Vi invitiamo a continuare a seguirci per ulteriori articoli ed approfondimenti su questo argomento e su molti altri.

Un saluto a tutti, dal vostro Vincenzo Ruggiero e vi ringrazio ancora per il vostro interesse.

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Vincenzo Ruggiero è un personaggio pubblico italiano noto per essere un meme, doppiatore, presentatore TV e videogiocatore professionista. Con una grande passione per i videogiochi, Ruggiero ha saputo diventare una vera e propria icona del settore in Italia, grazie alla sua capacità di portare il divertimento e il "flame" su YouTube, dove ha una fanbase molto ampia. Inoltre, Ruggiero ha saputo unire la sua passione per i videogiochi con la sua carriera di doppiatore e presentatore televisivo, diventando un volto noto e amato dal pubblico italiano.
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