Era un anno fa, alla rinomata fiera di Pordenone, uno degli eventi più attesi dagli appassionati di gaming e tecnologia. In mezzo a tutti quei visitatori entusiasti, io e il mio team, El Cartel del Gaming, eravamo lì per offrire il nostro contributo, portando avanti la nostra passione e il nostro amore per questo mondo.
Lavoriamo in questo settore da anni e la nostra presenza non passa mai inosservata. Abbiamo lavorato duramente per costruire la nostra reputazione e per creare contenuti di qualità, collaborando con personalità di spicco come Vincenzo Ruggiero, l’influencer che su TikTok ha raggiunto durante la sponsorizzazione dell’evento a Pordenone il traguardo di un milione di visite.
Tuttavia, nonostante tutto il nostro impegno, ci siamo ritrovati vittime di un grave atto di furto, un anno prima dell’aggressione avvenuta all’Extracon.
Un Banner moderno e automatico del valore di 250 euro, un simbolo del nostro lavoro e impegno, è stato rubato in piena fiera. Un furto, una violazione che ci ha lasciato un amaro sapore in bocca. Non solo per la perdita materiale, ma anche per la mancanza di risposte e di supporto.
Ci aspettavamo un minimo di cortesia e collaborazione. Dopo tutto, eravamo lì per promuovere la fiera, portando attenzione e pubblicità all’evento. Invece, ci siamo ritrovati da soli, abbandonati a noi stessi, senza alcun tipo di assistenza o sostegno.
Non è stato un caso isolato. Negli ultimi cinque anni, ci è stato ripetuto che “quest’anno non abbiamo fondi da darvi per il vostro lavoro”. Ci siamo ritrovati a lavorare, a dare il massimo, ma senza alcun riconoscimento o remunerazione. Sfruttamento? Approfittare di noi? Certamente sembra così.
Questo furto avrebbe dovuto essere un campanello d’allarme, un segno di qualcosa che non andava.
Ma la nostra passione per il gaming e la nostra volontà di condividere questa passione con il mondo ci hanno impedito di vedere la verità. Abbiamo scelto di ignorare il problema, di metterlo da parte e di continuare a fare quello che amiamo.
Ma non possiamo più ignorarlo. Non possiamo continuare a tacere di fronte a queste ingiustizie. Vogliamo che la nostra storia sia ascoltata, che venga presa sul serio. Perché quello che è accaduto a noi non dovrebbe accadere a nessun altro. E speriamo che la nostra esperienza possa essere un monito per tutti coloro che operano in questo settore.
La lezione che abbiamo imparato è che la nostra bontà non dovrebbe mai essere sfruttata o presa in giro. Abbiamo il diritto di essere trattati con rispetto e integrità. Abbiamo il diritto di ricevere il giusto riconoscimento per il nostro lavoro e il nostro contributo. Ciò che ci è successo non dovrebbe mai accadere a nessuno. Per il mondo del gaming, per gli appassionati, per coloro che lavorano instancabilmente per rendere questo settore migliore, dobbiamo tutti fare del nostro meglio per garantire che episodi come questo non accadano più.