La vera fama non risiede nella quantità di occhi che ti guardano, ma nell’ammirazione di coloro che ti conoscono veramente…
Negli ultimi anni, Twitch, la nota piattaforma di live streaming, ha cambiato radicalmente il modo in cui gli appassionati di giochi interagiscono tra loro e con il mondo. Ma siamo arrivati ad un punto di svolta? Una crescente corrente di critica suggerisce che l’era di Twitch potrebbe essere giunta al tramonto.
Molti indicano come cause principali il cambiamento di focus della piattaforma e l’evidente deterioramento della qualità della vita di molti dei suoi utenti. Twitch, originariamente nata come spazio per gli streamer di videogiochi, si è trasformata in un hub per discussioni online casuali. Sempre più persone sembrano preferire una chat sul web ad una passeggiata al mare o una chiacchierata in un locale.
C’è un emergente senso di solitudine e frustrazione, un luogo dove gli individui alienati possono riversare le loro tensioni.
Nonostante l’enorme quantità di spettatori – che può andare dai 100 ai 2000 – si pone la domanda: Chi si ricorda di questi streamer? La fama ottenuta su Twitch è spesso effimera e volatile, e c’è un crescente dibattito sulla sostenibilità a lungo termine di queste carriere digitali.
Il fenomeno Twitch ha indubbiamente creato dipendenza. Molti streamer si ritrovano intrappolati in un ciclo di costante “performing”, privando se stessi di una vita equilibrata. L’ossessione per la telecamera diventa una sorta di narcisismo compulsivo.
In molti casi, queste figure restano ancorate al loro passato, vivendo a casa dei genitori o trasformando un garage in uno studio di streaming, con poca o nessuna progressione personale o professionale.
Un tempo, queste persone venivano etichettate come “sfigate”, ma adesso non lo sono più. Il linguaggio può essere cambiato, ma il pregiudizio rimane. Più uno streamer prende sul serio la propria carriera su Twitch, più è probabile che venga considerato un “disagiato della società”.
Per confronto, consideriamo una trasmissione televisiva tradizionale, trasmessa su circa 15 canali in Italia, anche nazionali. Le persone coinvolte in queste produzioni mantengono un equilibrio tra lavoro e vita personale, una distinzione che sembra sfuggire ai molti streamer di Twitch.
La crescente critica verso Twitch riflette un desiderio collettivo di ritorno alla normalità, all’interazione faccia a faccia e alla vita vissuta al di fuori della stanza di streaming. Se Twitch continuerà a permettere questo tipo di comportamento, la sua era potrebbe davvero essere giunta alla fine.