La rivelazione di un regno sconosciuto: come gli steroli fossili stanno rivoluzionando la nostra comprensione della vita primordiale.
Il progresso scientifico ha permesso agli studiosi di disvelare i segreti di un “mondo perduto”, un mondo dimenticato costituito da organismi biologici antichi, potenziali progenitori di tutte le forme di vita terrestre, inclusa l’umanità. Le ricerche hanno rivelato la presenza di queste enigmatiche forme di vita che hanno prosperato sul nostro pianeta circa 1,6 miliardi di anni fa, introducendo un rivoluzionario capitolo nell’evoluzione della vita terrestre, riporta un recente studio.
Gli organismi microscopici rinominati come “protosterol biota” sono stati rilevati nelle rocce più antiche dell’Australia, gettando una nuova luce sull’evoluzione primordiale degli eucarioti, il gruppo di vita comprendente tutte le specie con cellule nucleari.
Un viaggio indietro nel tempo: Il Rinvenimento di Protosterol Biota.
Le straordinarie forme di vita dei Protosterol Biota fiorivano nei diversi ecosistemi acquatici di tutto il mondo, esistendo circa un miliardo di anni prima dell’emergere delle prime forme di vita animali e vegetali. Nonostante la loro importanza nella storia evolutiva, sono rimaste occultate nel registro fossile fino a poco tempo fa.
Benjamin Nettersheim, geobiologo presso l’Università di Brema e co-responsabile della ricerca, ha commentato in una dichiarazione: “Le nostre scoperte evidenziano un vasto panorama di vita che è scomparso ed è quindi spesso trascurato, nonostante questi organismi potrebbero aver avuto un ruolo cruciale nell’evoluzione della vita complessa e aver influenzato profondamente gli ecosistemi per la maggior parte della storia della Terra.”
Decifrare gli Ecosistemi Antichi.
In base ai reperti fossili molecolari, gli organismi Protosterol Biota abitavano gli oceani da circa 1,6 a 1,0 miliardi di anni fa. Per lungo tempo, la comunità scientifica ha cercato di tracciare le origini del nostro lignaggio eucariotico nell’era mesoproterozoica della Terra, un periodo che inizia circa 1,7 miliardi di anni fa e dura fino a un miliardo di anni fa.
Konrad Bloch, un biochimico premio Nobel, aveva predetto negli anni ’90 che i primi eucarioti avrebbero potuto produrre versioni ancestrali di questi steroli, nonostante avesse espresso dubbi sulla possibilità di identificarli nelle rocce più antiche.
Ritrovamenti Confermano le Supposizioni di Bloch.
Oggi, Nettersheim e il suo team hanno convalidato le ipotesi di Bloch con la scoperta di protosteroli nelle rocce della formazione australiana di Barney Creek, datate oltre 1,6 miliardi di anni fa. Queste molecole rappresentano i “primi stadi dell’evoluzione degli eucarioti che non possedevano ancora un percorso biosintetico completo degli steroli”, rendendoli testimoni di un “regno perduto” di eucarioti derivanti da antichi gruppi staminali che erano diffusi, e forse abbondanti, durante l’era mesoproterozoica, secondo lo studio pubblicato su Nature.
Nettersheim spiega: “Uno dei grandi misteri della geobiologia era l’assenza di steroli fossili in tutte le rocce più vecchie di 800 milioni di anni. Konrad Bloch ipotizzava che i prodotti intermedi brevemente attivi della biosintesi degli steroli potessero essere prodotti finali completamente funzionali nei primi stadi evolutivi, quindi ci chiedevamo se questi steroli primitivi potessero essere conservati in questi strati più antichi.”
La scoperta di questi steroidi primordiali svela l’esistenza di primitivi eucarioti microscopici che avrebbero potuto dominare molti ecosistemi acquatici durante l’era mesoproterozoica, divenendo forse i primi predatori del nostro pianeta.