Guillermo Söhnlein co-fondatore di OceanGate, vorrebbe inviare 1.000 persone per colonizzare Venere entro il 2050.
Guillermo Söhnlein di OceanGate, non rinuncia a progetti audaci e punta ora a portare mille esseri umani a vivere sul pianeta Venere entro il 2050. L’azienda è responsabile del sottomarino imploso con l’equipaggio a bordo, in una spedizione per vedere i rottami del Titanic, a fine giugno 2023.
Gli esperti non vedono di buon occhio l’idea di OceanGate, a causa delle avverse condizioni atmosferiche del pianeta Venere.
Oltre ad essere la più calda del Sistema Solare, la sua atmosfera è ricca di anidride carbonica e piogge di acido solforico. Come se ciò non bastasse, secondo la NASA, la sua pressione atmosferica è 90 volte maggiore di quella terrestre.
Nonostante queste preoccupazioni, Söhnlein ritiene che l’umanità potrebbe vivere in uno strato specifico dell’atmosfera venusiana, dove le temperature sono più basse e la pressione non è così intensa.
Per questo propone la costruzione di una stazione spaziale in grado di resistere alle piogge acide, nella quale potrebbe essere creata una colonia aerea, in grado di ospitare un migliaio di persone.
Fin dalla sua infanzia, Söhnlein afferma di aver avuto il desiderio di aiutare l’umanità a diventare una specie multi-planetaria, menzionando il sogno ricorrente di essere il comandante della prima colonia su Marte.
Crede che le spedizioni sommergibili di OceanGate siano state un modo per avvicinarsi a quella visione, anche senza lasciare la Terra. Il dirigente ha tenuto presente che le conoscenze e le tecnologie acquisite in questo settore, potrebbero essere utili per le future esplorazioni spaziali.
Nonostante ciò, i sommergibili dell’OceanGate non hanno mai ricevuto l’approvazione dalle agenzie di regolamentazione, a causa della mancanza di certificazione di sicurezza.
Söhnlein ritiene che le imprese che vanno oltre i limiti richiedano rischi calcolati e che l’incidente del sommergibile non dovrebbe impedire la continuazione degli studi sull’uso della fibra di carbonio nell’esplorazione subacquea.
Infine, l’esecutivo afferma che l’umanità potrebbe essere sull’orlo di una grande scoperta, ma corre il rischio di non approfittarne, non esplorando i limiti della conoscenza e delle capacità umane.
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