Nelle ultime settimane, Chiara Ferragni, un tempo icona indiscussa del mondo influencer, ha mostrato un declino evidente e preoccupante.
La sua assenza dalle Fashion Week di Milano e Parigi, unite al silenzio su campagne pubblicitarie importanti, sono segnali di un netto cambiamento nel suo modus operandi, seguito alla controversia del pandoro Balocco. Il caso, iniziato il 18 dicembre con l’annuncio della sanzione dell’Antitrust, ha smascherato una realtà meno luccicante: una tempesta giudiziaria e mediatica che ha messo in dubbio la sua integrità, portandola ad essere indagata per truffa aggravata.
La risposta di Ferragni a questa crisi è stata inadeguata: prima arrogante, poi un video in lacrime, seguito da un silenzio assordante. Un comportamento che riflette un evidente disorientamento di fronte alle critiche, e un approccio apparentemente superficiale a una situazione gravemente dannosa per la sua immagine pubblica.
Il suo ritiro dal mondo delle pubblicità ha avuto un impatto non trascurabile. Nel 2023, Ferragni ha condiviso 175 post promozionali, un numero notevolmente alto che testimonia quanto la sua presenza online sia stata storicamente alimentata da sponsorizzazioni. La sua attuale assenza da questo ambito solleva interrogativi scomodi: è una scelta volontaria o sono i brand a prendere le distanze da una figura ora controversa?
Se si guarda oltre gli “adv”, i “gifted” e i “supplied”, ciò che emerge è un profilo piuttosto vuoto. Senza le sponsorizzazioni, i post strategici per il suo brand e i contenuti familiari, Chiara Ferragni sembra aver perso la sua essenza, mostrando un vuoto di contenuto che va ben oltre la semplice assenza di pubblicità.
Questa situazione solleva una questione più ampia sull’autenticità nell’influencer marketing. Se i post sponsorizzati costituiscono la maggior parte dell’identità online di un influencer, cosa resta quando questi vengono tolti? In questo caso, Ferragni appare come un personaggio privo di sostanza, riducendosi a poco più che una facciata per marchi e prodotti.
Il caso di Chiara Ferragni potrebbe essere un campanello d’allarme per l’industria dell’influencer marketing, mettendo in luce la fragilità e l’inconsistenza di una carriera costruita principalmente su immagini curate e sponsorizzazioni.
Questa situazione potrebbe spingere il pubblico a cercare influencer più autentici e genuini, capaci di offrire qualcosa di più sostanziale oltre la semplice promozione di prodotti.