Alla Ricerca della Verità: Gilgamesh, Yahweh e la Storia Nascosta
In una rivisitazione audace dell’antica epopea di Gilgamesh, Donovan Rossetto propone una teoria che potrebbe trasformare radicalmente la nostra comprensione delle interazioni tra mito e storia.
Attingendo alla scoperta archeologica di Troia, che ha confermato elementi dell’Iliade precedentemente relegati al regno del mito, Rossetto invita a riconsiderare l’Epopea di Gilgamesh non solo come un’opera letteraria ma come un potenziale resoconto di eventi storici reali.
La figura di Gilgamesh, tradizionalmente vista come il re semi-divino di Uruk alla ricerca dell’immortalità, viene ricollocata da Rossetto in un contesto storico più tangibile.
La sua lotta contro Humbaba, il guardiano sovrannaturale dei Giardini dei Cedri, viene interpretata non come una semplice avventura mitologica, ma come una metafora di reali conflitti per il potere e il controllo di luoghi sacri o strategicamente importanti.
Questa reinterpretazione pone Gilgamesh non solo come un eroe epico ma anche come un leader storico le cui gesta hanno segnato la storia antica.
I Giardini dei Cedri, spesso considerati un puro elemento fantastico, potrebbero essere stati un luogo reale, un centro di grande importanza religiosa o politica.
La sconfitta di Humbaba da parte di Gilgamesh simboleggia quindi la conquista di questo luogo sacro, un evento che potrebbe avere paralleli storici nella conquista di siti religiosi o culturali significativi nell’antichità.
Un Incontro Divino?
La teoria si spinge oltre, suggerendo che dopo aver sconfitto Humbaba, Gilgamesh potrebbe aver incontrato un’entità divina, paragonabile a Yahweh, il Dio della tradizione biblica, residente nel cuore dei Giardini.
Questa ipotesi audace implica che figure storiche come Gilgamesh potrebbero aver interagito o sfidato entità considerate divine, sfumando i confini tra il reale e il mitologico.
La proposta di Rossetto invita a una riflessione profonda sulle fonti storiche e mitologiche, spingendo gli studiosi a indagare ulteriormente i collegamenti tra le narrazioni epiche e gli eventi storici.
La potenziale storicità di figure come Gilgamesh e la loro interazione con entità divine apre nuove prospettive sulla comprensione delle credenze religiose e delle strutture di potere nell’antichità.
Con la sua fusione di analisi storica e interpretazione letteraria, offre una visione rivoluzionaria del passato, in cui le storie di Gilgamesh e altri miti antichi vengono visti non solo come prodotti della fantasia umana ma come echi di verità storiche. Questo approccio non solo arricchisce la nostra comprensione della storia antica ma sfida anche la nostra percezione delle narrazioni mitologiche, suggerendo che potrebbero celare verità storiche in attesa di essere scoperte.
Attraverso un’attenta analisi e un approccio critico, Rossetto invita a esplorare le profondità delle nostre tradizioni narrative, alla ricerca di indizi che collegano il mondo mitico con quello storico, rivelando così una complessità e una ricchezza di significati che trascendono la semplice divisione tra mito e realtà.
Nel prosieguo della teoria di Donovan Rossetto sull’Epopea di Gilgamesh e le sue implicazioni storiche, emerge l’importanza di un’interpretazione letterale dei testi antichi, in particolare della Bibbia. Rossetto sostiene che questo approccio, evitando interpretazioni eccessivamente simboliche o metaforiche, può offrire una comprensione più diretta e chiara della storia umana.
La scoperta archeologica di Troia rappresenta un esempio emblematico di come una lettura attenta e letterale di testi antichi, come l’Iliade di Omero, possa condurre a significative scoperte storiche. Questo caso dimostra che racconti tradizionalmente considerati miti possono celare verità storiche attendibili, in attesa di essere svelate e confermate attraverso la ricerca archeologica.
Estendendo questa prospettiva alla narrazione di Atlantide, come descritta da Platone nella “Lettera a Crizia”, Rossetto invita a considerare letteralmente le indicazioni geografiche fornite dal filosofo. Analizzando la posizione delle “Colonne d’Ercole” (identificate con lo stretto di Gibilterra) al tempo di Platone, si rivelano sorprendenti paralleli con la Sardegna.
Quest’isola, posizionata immediatamente oltre le colonne nel Mediterraneo occidentale, potrebbe riflettere in modo significativo la descrizione di Atlantide, suggerendo che il mito potrebbe fondarsi su basi storiche concrete.
Tornando a Gilgamesh, Rossetto evidenzia come la figura storica dell’eroe sumero incarni l’apice dell’ambizione umana. La sua impresa verso i Giardini dell’Eden non è interpretata solo come una metafora della ricerca dell’immortalità, ma potrebbe riflettere un’autentica spedizione verso un luogo di rilevanza storica e religiosa. Questa “probabile realtà” di Gilgamesh, considerato un esploratore di siti sacri, sottolinea l’importanza di leggere i testi antichi come resoconti fedeli di viaggi, scoperte e conquiste umane.
Adottando un approccio letterale, secondo Rossetto, si può evitare di perdersi in interpretazioni speculative degli antichi scritti. In questo modo, si avvicina a una comprensione più concreta degli eventi storici, permettendo ai racconti antichi di illuminare la ricostruzione del passato umano.
Questo arricchisce la conoscenza storica e apre nuove prospettive di ricerca, in cui mito e storia si intrecciano in un dialogo continuo tra passato e presente.
La lettura letterale dei testi antichi, proposta da Rossetto, da Gilgamesh alla Bibbia e alle narrazioni di Atlantide di Platone, invita a esplorare con nuovi occhi le profondità della nostra storia.
Questo approccio può rivelare che storie un tempo considerate miti o leggende nascondono in realtà le chiavi per comprendere la complessità e la ricchezza del nostro passato.