Un team di archeologi egiziani e italiani ha esaminato un’ area soprannominata città dei morti, per mappare 300 tombe antiche.
Dal 2019, la Missione italo-egiziana nell’Ovest di Aswan (EIMAWA), ha identificato più di 300 tombe in quella che i ricercatori hanno ora soprannominato una vera e propria “città dei morti”. Tra febbraio e marzo 2024, una trentina di questi sono stati rinvenuti negli scavi vicino al mausoleo dell’Aga Khan III.
Le tombe hanno una particolarità sorprendente: sono situate su una collina su più di dieci livelli di terrazze, qualcosa di unico nell’antico Egitto, dove normalmente avevano due o tre livelli. Risalgono al periodo greco-romano e includono mummie di quelle che probabilmente sono famiglie sepolte insieme, bare, cartonnage (un materiale di cartapesta realizzato con papiro o tessuto riciclato), anfore decorate con disegni di foglie di vite e manufatti come tavoli per le offerte.
“Era un luogo ricco e importante“, ha detto Patrizia Piacentini, egittologa e archeologa dell’Università degli Studi di Milano, che dirige l’EIMAWA. “Questo era il luogo per coloro che commerciavano tra il Nord Africa e l’Africa subtropicale, ed è stato significativo in tutta la storia dell’antico Egitto.”
Inoltre, gli archeologi hanno trovato antiche lampade a olio, forse lasciate dalle persone in lutto.
“Possiamo immaginare quanto fosse spettacolare quando, durante la festa del lutto, tutte queste tombe furono illuminate“, ha detto Piacentini. “Penso che sia stato assolutamente spettacolare.”
Le tombe furono utilizzate per circa 900 anni, tra il VI secolo a.C. e il II o III secolo d.C., coprendo il dominio persiano, la dinastia greca tolemaica e il dominio romano. Le élite occupavano le tombe in cima alla collina, mentre la classe media occupava i livelli più bassi.
L’analisi ha rivelato che dal 30% al 40% delle mummie, appartengono a bambini fino a 2 anni e neonati, secondo una dichiarazione del Ministero egiziano del Turismo e delle Antichità.
Abbiamo trovato tante famiglie, madri, padri e figli“, ha spiegato Piacentini. “Probabilmente c’è stata qualche infezione che ha ucciso la famiglia oppure sono morti uno dopo l’altro.”
Gli archeologi hanno anche trovato due mummie che inizialmente pensavano fossero madre e figlio, ma un’attenta analisi ha rivelato che si trattava di fratelli sepolti insieme ai loro genitori.
Per saperne di più sulle cause della morte, il team della missione ha collaborato con i medici dell’ospedale universitario di Aswan per eseguire test come raggi X, scansioni TC e analisi del DNA, che hanno dimostrato che l’anemia e le malattie infettive erano le cause di morte più comuni, anche tra i più ricchi.
Esaminando la colonna vertebrale delle mummie, i medici confermarono che alcuni erano affetti da tubercolosi, che avrebbe potuto sterminare un’intera famiglia. Il team sta effettuando analisi biologiche per comprendere meglio le malattie dell’epoca.
La scoperta è stata “eccezionale” e “molto promettente con tanti, tanti aspetti nuovi che stiamo cercando di comprendere“, ha concluso Piacentini.
Il team spera di continuare la propria missione, per scoprire la storia delle varie popolazioni che occuparono la città.
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