Un titolo d’avventura alla quale chiunque può divertirsi, senza molto impegno…
The Dark Eye è stata a lungo una popolare serie di giochi di ruolo basati su carta e penna in Europa, ma nella maggior parte dei principali mercati di gioco come il Regno Unito e gli Stati Uniti, la serie non ha avuto molta visibilità. Questo fino a quando Daedalic Entertainment ha deciso di trasporre l’azione RPG da tavolo nella narrazione più diretta del videogioco d’avventura punta e clicca con The Dark Eye: Chains of Satinav del 2011.
Pensate che in certi stati superò Dungeons & Dragoons.
The Dark Eye: Memoria inizia più o meno da dove si era interrotto Chains of Satinav, ma ciò non significa che quelli di voi che non hanno giocato il primo titolo saranno del tutto persi, la storia è tutta nuova.
Vesti i panni di Geron, un povero paesano che ha imparato la magia un po’ alla volta e, con l’aiuto di una fata di nome Nuri, è riuscito a salvare la sua patria, nel primo titolo Daedalic Entertainment. Nel processo, tuttavia, Nuri è stata trasformata in un corvo e il suo corpo di fata è stato perso per sempre. Ora veramente innamorati, Geron e Nuri devono trovare un modo per riportare Nuri al suo stato precedente, prima che perda tutti i suoi ricordi e diventi solo un volatile.
Il gioco si concentra sulla missione per risolvere un antico indovinello, impostato da un misterioso commerciante che afferma di possedere un incantesimo che potrebbe ripristinare Nuri. Quando Geron viene a sapere delle origini dell’enigma, iniziato oltre quattrocento anni fa, vieni trasportato indietro nel tempo per controllare un secondo personaggio giocabile: la principessa Sadje. Geron segue Sadje mentre scopre l’enigma segreto mentre cerca una reliquia onnipotente, quindi quando quella reliquia appare anche ai suoi tempi, le due storie si intrecciano, nonostante l’enorme divario di tempo, beh che colpo di genio da parte degli sviluppatori.
Sebbene il gioco sia al centro di un’avventura fantasy, ci sono alcuni momenti molto divertenti, emozionanti e persino romantici. Gli scrittori sono riusciti a rendere i protagonisti davvero interessanti e sfaccettati, piuttosto che solo eroi unidimensionali e senza volto. Ciò è ulteriormente aiutato dalla recitazione vocale di alta qualità, che aiuta a rendere i personaggi e la loro motivazione più credibili.
Ogni personaggio possiede o impara diversi incantesimi durante il gioco e invece di essere semplicemente usati per il combattimento, questi diventano una nuova opzione costante per l’interazione. Sono distribuiti da un menu punta e clicca, proprio come il tuo inventario. Ad esempio, uno degli incantesimi di Geron può rompere o riparare oggetti. Ciò significa che ora puoi provare a riparare o distruggere tutto ciò che trovi nel gioco. Ovviamente non funzionerà con la maggior parte degli oggetti, ma aggiunge una dimensione extra di possibilità al design del puzzle ed è una bella innovazione per il genere.
Ma parliamo di grafica, I personaggi sono stilizzati, a metà strada tra realismo e cartone animato, e sono molto dettagliati. Ma sono gli sfondi e le ambientazioni fantasy disegnati a mano e altamente dettagliati che incantano davvero. Gli artisti hanno creato alcuni luoghi davvero belli e affascinanti, insieme a molti altri spaventosi e scoraggianti. Creano davvero un’atmosfera fantastica che ritrae molto bene il contesto, ovviamente è una scelta molto azzardata, ma per questo titolo è ovviamente più semplice la scelta grafica, poiché il tutto si basa su scelte ed enigmi.
The Dark Eye: Memoria, ecco la nostra recensione
Personalmente i videogames per quanto possano essere diversi tra loro hanno sempre dei punti di forza che li rende unici, questo titolo è una re-interpretazione del gioco in scatola è quindi già questo è sicuramente interessante.
Non è un punta e clicca, almeno no su console Xbox, io lho giocato su Xbox Series X, fin troppo forte per un titolo simile, ma è disponibile anche per Xbox One, Microsoft Windows, Nintendo Switch, Mac.
Non è proprio uno spasso e non è per tutti questo si comprende fin da subito, ma sono sicuro che ognuno di noi se ama le belle trame avrà una bella esperienza, uno svantaggio per molti miei connazionali è la mancanza della traduzione e dei sottotitoli in italiano e questo rovina la trama, perchè non basterà un inglese scolastico per seguire la vicenda.
A volte è difficile anche capire cosa fare per proseguire, le terminologie usate sono per madre lingua o per chi sa l’inglese molto ma molto bene.
Nemmeno l’audio ci dona molto, è assente per la maggior parte del titolo e quando invece è presente non è nulla di che.