Una scultura dell’imperatore Caligola realizzata 2000 anni fa, è stata identificata e recuperata da un esperto.
Il busto di Caligola, era forse utilizzato come forma di culto dell’eccentrico condottiero durante l’Antica Roma, in luoghi pubblici, come altari o templi.
L’oggetto in bronzo è stato recuperato ad Ercolano, una delle città distrutte dall’eruzione del vulcano Vesuvio accanto a Pompei.
L’imperatore romano Caligola è considerato uno dei personaggi più crudeli, depravati e folli dell’epoca. Nominato imperatore all’età di 24 anni nel 37 d.C., adottò una serie di misure controverse e impopolari, finché non fu assassinato dopo quattro anni di governo, dalla sua stessa guardia.
L’ultima volta che era stato visto, il busto apparteneva allo scrittore e politico Horace Walpole , morto nel 1797. Fu lui il progettista della villa stessa, un luogo chiamato Strawberry Hill, che si trova nel sud-ovest di Londra e ospitava anche la sua collezione. Prima di Walpole, il proprietario del busto era Horace Mann, ambasciatore britannico.
In una vendita tenutasi nel sito nel 1842, tuttavia, la statuina fu acquistata da un collezionista di nome William Beckford e non si sa più dove si trovi. Da allora circolò tra una serie di proprietari, ma senza che tutti conoscessero l’identità della figura ritratta.
Per un certo periodo si credette che l’uomo in questione fosse Alessandro Magno , oppure una “figura gioviale” non identificata, scolpita in epoca rinascimentale.
Un’attenta analisi
Ma una determinata curatrice di nome Silvia Davoli, si è imbattuta nell’oggetto mentre esaminava la collezione di un nobile britannico di nome Sir John Henry Schroder e ha subito capito che il pezzo era più raro di quanto sembrasse, ma senza avere la risposta completa.
L’unico indizio per trovare l’immagine di Caligola era un disegno realizzato dall’artista John Carter, commissionato dal proprietario della villa. Più tardi, Silvia si è imbattuta nell’illustrazione e ha messo insieme rapidamente i pezzi. Ha poi portato il busto da un esperto tedesco, il quale ha confermato che il bronzo utilizzato nella composizione risaliva a circa 2000 anni fa.
Un altro indizio era negli occhi della statuina: presenta tracce di argento, un materiale utilizzato nell’antica Roma per differenziare la rappresentazione degli imperatori.
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