Negli anni 60, il Brasile fu scosso da una serie di omicidi e rapine, commessi da Joao Acacio Pereira da Costa, conosciuto come “il bandito della luce rossa”.
Negli anni ’60 a San Paolo, città del Brasile, emerse una figura che sarebbe diventata uno dei criminali più famosi della storia brasiliana: João Acácio Pereira da Costa , meglio conosciuto come il bandito della luce rossa “.
Con una carriera segnata da rapine, omicidi e uno stile di vita stravagante, Joao lasciò un segno indelebile nella memoria collettiva del Paese.
Gli inizi
João Acácio è nato a Joinville, nel 1942. Fin dalla tenera età, la sua vita è stata segnata dalla tragedia. Rimase orfano all’età di quattro anni e, insieme al fratello maggiore, fu cresciuto da uno zio violento. Le difficoltà infantili, inclusi il lavoro forzato e la tortura, hanno forgiato un giovane ribelle e pieno di risentimento. Da preadolescente ha subito abusi da parte di altri ragazzi, cosa che sembra aver risvegliato i suoi peggiori istinti.
Nella sua adolescenza, fuggì a San Paolo per sfuggire alle conseguenze dei piccoli furti commessi a Joinville. Andò a vivere a Santos, dove si presentò come un giovane di buona famiglia mentre, in realtà, intensificò le sue attività criminali. La dualità tra il “bravo ragazzo” e l’astuto criminale, diventerà un tratto distintivo della sua personalità.
A San Paolo, João Acácio passò dai piccoli furti a una serie di crimini audaci. Utilizzando diversi travestimenti e tecniche, è riuscito a eludere la polizia per anni. La sua identità era frammentata in quattro figure distinte: l’incendiario, l’uomo mascherato, la scimmia e il famigerato “Bandito della luce rossa”, soprannome che si era guadagnato perchè utilizzava una lanterna rossa durante le rapine.
Tra il 1966 e il 1967, Acácio invase e
saccheggiò circa 150 ville, violentò più di cento donne e uccise tra le 10 e le 12 persone. I suoi crimini seguivano uno schema: sempre nelle tarde ore del mattino, tagliava la corrente elettrica in casa, si copriva il viso con una sciarpa e portava con sé la sua caratteristica torcia rossa.
La sua preferenza per le ville e il suo stile unico nel commettere crimini non solo terrorizzavano le sue vittime, ma affascinavano anche la stampa, che amplificava la sua notorietà.
Arresto
La carriera criminale di João Acácio si concluse nel 1967, dopo aver lasciato le sue impronte digitali sulla finestra di una villa. È stato arrestato a Curitiba, vivendo sotto la falsa identità di Roberto da Silva. Durante l’interrogatorio ha confessato quattro omicidi, sette tentati omicidi e 77
rapine, ed è stato condannato a 351 anni di carcere.
Durante il processo furono presentate diverse tesi per giustificare il suo operato, comprese le accuse di infermità mentale, ma furono tutte respinte. La polizia non è mai stata in grado di provare tutti i crimini a lui attribuiti, soprattutto gli stupri, che sono stati tenuti segreti a causa delle distorsioni di Acácio sulle vittime.
Dopo aver scontato 30 anni di prigione, João Acácio è stato rilasciato nel 1997. Tuttavia, la sua libertà fu di breve durata. Nel gennaio 1998 fu assassinato durante una rissa in un bar di Joinville. La sua vita criminale ha lasciato un’eredità complessa e inquietante nella storia brasiliana.
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