Un cineasta britannico, passato da ateo a credente, offre un milione di dollari a chi riuscirà a riprodurre la Sindone.
Un noto cineasta britannico, David Rolfe, ha indetto un concorso, che assegnerà un milione di dollari, a chi riuscirà in grado di riprodurre su tela l’immagine della Sindone, senza l’utilizzo di inchiostri, vernici o altri prodotti chimici.
Rolfe, 70 anni, ha realizzato più di cento film e programmi televisivi dal 1972. Era un
ateo convinto quando decise di realizzare un documentario nel 1978 sulla
Sindone di Torino e questo gli cambiò la vita. Adesso è diventato uno strenuo difensore della Sindone.
L’ultimo documentario si intitola Who Can He Be e convinto della sua autenticità, offre un milione di dollari a chi riuscirà a replicarla. Finora nessuno è riuscito a superare la sfida, il che dimostra la complessità e l’unicità del manufatto.
La Sindone non ha pigmenti, inoltre, la debole immagine del crocifisso che contiene interessa solo la parte più esterna dei filamenti di ciascun filo di lino, complicandone ulteriormente la replica. È un mistero per il quale sono state proposte molte ipotesi.
Il regista ritiene che la reputazione della reliquia, sia stata gravemente danneggiata a causa del risultato del test di datazione al radiocarbonio effettuato nel 1988.
Rolfe descrive nel suo documentario anche alcune importanti ricerche scientifiche che lo hanno portato alla conclusione che questo “sacro lenzuolo” è, in effetti, il
sudario funerario di Gesù Cristo.
Secondo il lavoro, pubblicato sulla rivista
Plus One, i risultati sperimentali sono compatibili con l’ipotesi che la reliquia abbia duemila anni, come presuppone la tradizione cristiana, purché sia stata conservata a livelli adeguati di temperatura media secolare (20–22,5 °C) e umidità relativa correlata (75–55%) per tredici secoli di storia sconosciuta, oltre ai sette secoli di storia conosciuta in Europa.
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