The Bikeriders è un film che attira subito l’attenzione grazie a un cast straordinario:
Tom Hardy (Venom, Batman, Mad Max, Revenant), Austin Butler (Elvis, Dune), Norman Reedus (The Walking Dead), Michael Shannon (La forma dell’acqua, Superman), Boyd Holbrook (Narcos, Predator) e altri ancora. Questa potente formazione, combinata con il fascino dei biker club degli anni ’60, prometteva una pellicola memorabile: giacche di pelle, criminalità e ribellione. Ma il film è all’altezza di queste promesse?
La trama
Il film segue le interviste reali fatte da un giovane fotografo, incaricato di documentare il mondo dei biker per una ricerca scolastica. Immerso in questa cultura, decide di trasformare il progetto in un libro, raccogliendo fotografie e testimonianze dirette dai membri del club. Tra questi emergono le storie di violenza, lealismo e ribellione che si nascondono dietro le maschere di durezza.
Sebbene la storia parta con buone premesse, The Bikeriders soffre di una struttura narrativa piatta e priva di dinamismo. Non c’è un chiaro inizio, né un climax, né una conclusione ben definita. Gli eventi si susseguono senza colpi di scena, in una timeline disorganica e a tratti confusa. I buchi di trama sono evidenti, e l’intero racconto sembra scorrere senza una vera direzione, lasciando lo spettatore disorientato.
Interpretazioni del cast
Nonostante il cast di altissimo livello, le performance non soddisfano appieno le aspettative. Tom Hardy, conosciuto per la sua intensità in ruoli come Mad Max e Venom, risulta piatto e goffo, senza la grinta che ci si aspetterebbe da lui. Austin Butler, dopo la sua acclamata interpretazione in Elvis, appare bloccato in un’unica modalità recitativa, con una performance che manca di varietà e profondità.
Boyd Holbrook si distingue leggermente, mostrando un miglioramento rispetto ai suoi ruoli passati, ma non abbastanza da risollevare il film. La vera sorpresa arriva da Norman Reedus e Michael Shannon. Reedus, iconico nel ruolo di Daryl Dixon in The Walking Dead, crea un personaggio che riesce a catturare lo spettatore, dimostrando una versatilità e profondità notevoli. Michael Shannon conferma ancora una volta la sua potenza scenica, rubando la scena in ogni momento in cui appare.
La verità dietro la storia
Il film è basato su un lavoro documentaristico reale.
Danny Lyon, un fotografo e regista degli anni ’60, ha effettivamente trascorso del tempo con un club di motociclisti, documentando la loro vita attraverso una serie di fotografie e interviste. Questo progetto si è poi trasformato in un libro, che ha ispirato la trama del film. Tuttavia, ciò che Lyon aveva catturato – l’umanità e la vulnerabilità dietro l’apparenza ribelle dei biker – non emerge pienamente nella pellicola. La versione cinematografica sembra ridurre la complessità della storia a una semplice successione di eventi, senza approfondire le sfumature delle vite dei protagonisti.
Conclusione
The Bikeriders è un film che colpisce visivamente, con un’ambientazione che ricrea alla perfezione l’atmosfera degli anni ’60, ma che purtroppo manca di sostanza narrativa. Le performance altalenanti, unite a una sceneggiatura debole e una narrazione confusa, rendono l’esperienza nel complesso deludente, soprattutto considerando il potenziale del cast.
Io personalmente sono un biker, e quindi anche se il film dovrebbe essere apprezzato da chi, come me, cavalca una custom, vi garantisco che non è così.