La NASA sta valutando seriamente la possibilità di realizzare case sulla Luna e su Marte, che potrebbero in futuro essere abitate dagli esseri umani.
L’agenzia spaziale statunitense, ha assegnato un contratto da 2 milioni di dollari a un team di esperti dell’Ames Research Center della NASA per sviluppare la “micotettura”, ovvero l’uso di materiali derivati da funghi, per costruire case sulla Luna.
La NASA sta prendendo in considerazione queste opzioni futuristiche, perché lanciare nello spazio materiali da costruzione tradizionali sarebbe molto costoso.
L’architetto Chris Maurer, membro del team di ricerca e fondatore di Redhouse, sostiene che le spore fungine potrebbero essere mescolate a materiali lunari come acqua e regolite, per realizzare mattoni la cui produzione sarebbe molto più economica.
Studi preliminari hanno già dimostrato che tali blocchi di costruzione di funghi, potrebbero persino riflettere la maggior parte delle radiazioni cosmiche e proteggere le persone dalle temperature estreme. Ciò che è particolarmente attraente, è che tali materiali da costruzione potrebbero essere coltivati in appena uno o due mesi.
La coltivazione di una “casa di funghi” sulla Luna, inizierà con l’invio e l’atterraggio di un pacco speciale sul satellite terrestre. Sulla superficie, inizierà a gonfiarsi e a crescere in dimensioni in modo che spore di funghi, acqua e alghe possano mescolarsi al suo interno, formando alla fine il guscio esterno dell’abitazione.
I primi esperimenti hanno già dimostrato l’efficacia di questo metodo sulla Terra, ma su un altro pianeta o satellite la realtà potrebbe essere completamente diversa.
Un team di ricercatori guidato da Lynn Rothschild, Senior Scientist della NASA Ames, ha in programma di testare il loro metodo oltre la Terra. Gli scienziati vogliono inviare un modello concettuale della loro invenzione nello spazio nel 2028, insieme al lancio della stazione spaziale commerciale Starlab.
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