Oggi parliamo di Jesse Pomeroy, una delle persone più giovani a essere condannate all’ergastolo
Nato a Charlestown, Massachusetts, nel 1859, Jesse Pomeroy compì omicidi a sangue freddo e una delle persone più giovani condannate all’ergastolo.
Proveniente da una famiglia umile, Jesse era il tipico ragazzo prepotente. All’età di 12 anni attirò i ragazzi più giovani in aree remote, attaccandoli con estrema brutalità. I ragazzi sono stati picchiati, frustati e imbavagliati, torturati con pugnali, coltelli e cinture, lasciando loro cicatrici permanenti.
Nel 1872, Jesse si trasferì con suo fratello Thomas e la madre Ruth a Boston. Lì gli attacchi continuarono, portando a una condanna a sei anni nel riformatorio del Massachusetts. Ma fu presto rilasciato. Nel febbraio 1874, all’età di 14 anni, tornò dalla sua famiglia: all’epoca sua madre possedeva un negozio di cucito e suo fratello vendeva giornali.
I crimini
Nel marzo 1874, una bambina di dieci anni di nome Katie Curran, scomparve a Boston. Un mese dopo, il corpo mutilato del bambino di quattro anni Horace Millen viene ritrovato in una palude vicino al porto di Boston.
Dopo i due casi allarmanti, la polizia è andata direttamente a casa di Pomeroy, tuttavia non c’erano prove per arrestarlo. Mesi dopo, il corpo di Katie viene ritrovato nel seminterrato del negozio di abbigliamento della madre di Pomeroy.
I suoi resti furono frettolosamente nascosti in cumuli di cenere, il che portò alla sua condanna presso la Corte giudiziaria suprema della contea di Suffolk nel dicembre 1874.
Condannato all’ergastolo, Pomeroy iniziò il suo isolamento all’età di 16 anni nella prigione di stato di Charlestown. Lì imparò diverse lingue straniere, tra cui l’ebraico e il tedesco, iniziò a scrivere poesie che chiese fossero pubblicate e studiò libri di diritto per scrivere sfide legali alla sua condanna.
All’età di 55 anni, nel 1914, fu sottoposto a una perizia psichiatrica, dovute ai 12 tentativi determinati di evadere dal carcere. Nei suoi sforzi ha utilizzato corde, penne d’acciaio e un trapano, trovati nella sua cella.
Il rapporto affermava che Pomeroy aveva dimostrato “la più grande ingegnosità e una tenacia senza precedenti nella storia della prigione”. Nel 1929, ormai anziano e di salute cagionevole, Pomeroy fu trasferito in un ospedale per pazzi criminali, dove morì il 29 settembre 1932.
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