Essere un mangaka è uno dei sogni più affascinanti per molti appassionati di fumetti in tutto il mondo
L’idea di creare storie incredibili, con personaggi complessi e mondi fantasiosi, può sembrare una vita fantastica. Tuttavia, dietro i riflettori e il successo di alcune opere famose come Naruto, One Piece o Attack on Titan, si nasconde una realtà spesso crudele e oppressiva per molti mangaka, una realtà fatta di condizioni di lavoro estenuanti e compensi ridicolmente bassi.
La strada per diventare mangaka non è solo difficile, ma anche piena di sacrifici. Molti autori iniziano come assistenti, lavorando in studi dove le scadenze sono soffocanti e il ritmo di produzione è inclemente. Le ore di lavoro di un mangaka possono raggiungere anche le 20 ore al giorno, lasciando pochissimo spazio per la vita personale, il riposo o il tempo libero.
Inoltre, la pressione di dover rispettare le scadenze settimanali, soprattutto per chi pubblica sulle riviste più popolari come Weekly Shonen Jump, può portare a problemi di salute mentale e fisica. Molti mangaka soffrono di burnout, e alcuni sono costretti a interrompere la loro carriera per prendersi cura della propria salute. Un esempio tragico è il caso di Kentaro Miura, creatore di Berserk, morto nel 2021 a causa di problemi di salute legati allo stress lavorativo.
Nonostante il loro lavoro contribuisca a un’industria multimiliardaria, la realtà economica per molti mangaka è scoraggiante. Il guadagno medio di un mangaka è sorprendentemente basso, con molti autori che faticano a sbarcare il lunario, soprattutto durante i primi anni di carriera. Secondo diverse fonti, un mangaka guadagna in media circa 30.000 yen (circa 200 euro) per 20 pagine di manga. Questo, ovviamente, varia a seconda della popolarità e del successo dell’opera, ma per molti il guadagno non giustifica lo sforzo.
La gran parte dei profitti derivanti dalle opere di successo spesso va alle case editrici, lasciando i creatori stessi con una piccola percentuale di royalties. Anche se un manga diventa un bestseller, i guadagni del mangaka potrebbero essere ancora inferiori rispetto a ciò che si immagina. Le vere entrate arrivano solo se l’opera viene adattata in anime, merchandise o film, il che avviene solo per una minoranza di opere.
La situazione sta lentamente cambiando grazie alla digitalizzazione e alle piattaforme online che permettono agli autori di pubblicare autonomamente i loro lavori e guadagnare direttamente dai lettori. Tuttavia, le grandi case editrici tradizionali continuano a dominare il mercato, e il cambiamento verso un sistema più equo sembra ancora lontano.
La speranza per molti è che con una maggiore consapevolezza pubblica riguardo alle condizioni di lavoro e al sottopagamento cronico di molti mangaka, le case editrici e l’industria nel suo complesso possano finalmente prendere provvedimenti per garantire che i creatori possano vivere dignitosamente del loro lavoro.
Essere un mangaka può sembrare un sogno, ma dietro le quinte è spesso un incubo di sacrifici, stress e paga inadeguata. L’industria del manga ha bisogno di un cambiamento radicale per proteggere il benessere mentale e fisico di questi artisti e offrire loro una giusta retribuzione per il loro immenso contributo alla cultura popolare globale. Speriamo che il futuro riservi migliori condizioni di lavoro per i mangaka, affinché possano continuare a regalarci storie indimenticabili senza dover sacrificare la loro salute o il loro sostentamento.