Frostpunk 2 è stato un tentativo ambizioso, ma il risultato è un disastro.
Quella che doveva essere una nuova direzione per il franchise si è trasformata in una complicata, frustrante e a tratti irritante gestione di sopravvivenza. Il gioco abbandona l’originale formula intensa e diretta per catapultare il giocatore in un intricato e frustrante sistema di fazioni politiche, allontanandosi completamente dal coinvolgimento che caratterizzava il suo predecessore.
Le innovazioni, pur ambiziose, finiscono per far perdere al gioco la propria essenza: non è più una lotta per la sopravvivenza, ma una gestione politica caotica e fastidiosa. Ogni azione è vincolata a soddisfare gruppi che si rivelano egoisti e capricciosi, rendendo l’esperienza uno sfiancante compromesso continuo tra richieste impossibili e fazioni che danneggiano costantemente il progresso del giocatore. Invece di aggiungere profondità, il sistema dei partiti rende la gestione della città un puzzle tedioso e privo di senso, con esiti tanto inevitabili quanto insoddisfacenti.
Le fazioni non solo rendono la vita impossibile, ma agiscono spesso senza una logica apparente: mentre si congelano, votano contro il riscaldamento o sprecano risorse vitali, causando inutili perdite. Il gioco trasforma i conflitti politici in un ostacolo impossibile, spingendo il giocatore a rimpiangere l’assenza di un vero potere di comando. Gli eventi che si susseguono sono esasperanti: ogni nuova legge viene messa ai voti, ogni modifica è contestata, e ogni progresso è ostacolato da meccaniche di gestione che sembrano fatte per essere controintuitive.
A livello di gameplay, la costruzione e l’espansione della città sono diventate meccaniche e ripetitive, con notifiche infinite e richieste che distolgono continuamente l’attenzione. I distretti sono noiosamente simili e le notifiche di eventi insignificanti interrompono il gioco in continuazione, togliendo qualsiasi fluidità alla progressione. Anche la mappa del mondo è diventata un fardello, con colonie da gestire che richiedono più tempo di quanto valgano, spostando il focus da quella che dovrebbe essere la sopravvivenza della tua città.
Frostpunk 2 vuole essere un grande titolo politico e di gestione, ma non offre alcun vero strumento di leadership. Il sistema è così ingarbugliato che anche raggiungere i finali “alternativi” sembra una punizione più che un premio. Alla fine, il gioco finisce per costringere il giocatore a scegliere il finale più brutale solo per porre fine alla sofferenza, senza alcun reale coinvolgimento emotivo per la sorte della città o dei suoi abitanti.
Frostpunk 2 è un titolo che, pur con ambizioni notevoli, manca totalmente di coerenza e incisività.
La narrativa, anziché affascinare, si fa pesante e macchinosa, lasciando il giocatore esasperato da una serie infinita di interruzioni e azioni senza scopo. Per un gioco che cerca di allontanarsi dalla minaccia dell’annientamento per esplorare nuovi orizzonti, è paradossale vedere quanto sia diventato arido e privo di intensità.