Un fisico ha spiegato come funzionerebbe la teoria, secondo la quale staremo vivendo una simulazione.
L’idea che viviamo in una simulazione è apparsa in film di fantascienza come Matrix, ma se fosse qualcosa di più della semplice finzione? Il dottor Melvin Vopson, professore associato di fisica all’Università di Portsmouth, ritiene che esista la possibilità che viviamo in un universo simulato. Afferma che una nuova legge della fisica, a “seconda legge dell’infodinamica”, potrebbe essere la chiave per comprendere questa possibilità.
Secondo Vopson, i processi naturali nell’universo, come le simmetrie matematiche e persino l’evoluzione dei virus, sembrano seguire schemi che minimizzano le informazioni. In altre parole, il cosmo funzionerebbe come un sistema di dati ottimizzato, cosa che ci si potrebbe aspettare da una simulazione creata per risparmiare energia e risorse computazionali.
“Se l’universo fosse una simulazione, avrebbe bisogno di meccanismi per ridurre la necessità di stoccaggio e potenza di elaborazione. Questo è esattamente ciò che abbiamo osservato”, ha spiegato Vopson in un’intervista.
Vopson non è il primo a suggerire che viviamo in una realtà artificiale. Nick Bostrom, filosofo dell’Università di Oxford, aveva già proposto l’idea delle “simulazioni ancestrali”. Secondo lui, le civiltà avanzate potrebbero simulare i loro antenati per studiare la storia e comprendere meglio il proprio passato. In questo scenario, sarebbe più probabile che fossimo personaggi di una simulazione che abitanti della cosiddetta realtà di base.
Ma Vopson va oltre e suggerisce altre possibilità. Uno è che la simulazione esiste semplicemente per intrattenimento. Immagina un gioco super avanzato in cui le persone di una futura civiltà si uniscono volontariamente per vivere una vita diversa. Forse ciò che chiamiamo “realtà” è solo un mega gioco di ruolo in cui siamo tutti giocatori o NPC, chi lo sa?
Un’altra ipotesi avanzata dal fisico è ancora più intrigante: la nostra coscienza sarebbe un sottoprodotto di una simulazione creata per risolvere problemi complessi in un’altra civiltà. “Se una società si trova ad affrontare crisi ambientali, economiche o guerre, può eseguire simulazioni per testare soluzioni. Se una di queste versioni simulate trovasse una soluzione praticabile, l’idea potrebbe essere implementata nella realtà di base”, ha affermato Vopson.
Una terza teoria ipotizza che il tempo nella realtà di base, passi molto più lentamente che nella simulazione. In questo caso, gli esseri avanzati potrebbero scegliere di vivere centinaia di vite simulate nel giro di poche ore nel mondo reale. Questa prospettiva suggerisce che trarremmo semplicemente vantaggio da un’esperienza artificiale per prolungare le nostre esistenze.
Sebbene tutto ciò sembri uscito da un copione di fantascienza, la scienza non ha ancora modo di dimostrare o confutare l’ipotesi della simulazione. Non comprendiamo nemmeno appieno la nostra coscienza, per non parlare di sapere se potrebbe emergere in sistemi non biologici. Inoltre, i critici sottolineano che sarebbe praticamente impossibile dimostrare che viviamo in una simulazione, poiché qualsiasi prova potrebbe essere simulata.
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