Oggi vi parlo del Volo United Airlines 811, dove nel 1989 durante un viaggio, ci fu una decompressione esplosiva che causò morti e feriti.
Alle 01:52 del 24 febbraio 1989, un Boeing 747 della United Airlines decollò dall’aeroporto di Honolulu, nelle Hawaii, con 355 persone a bordo, diretto ad Auckland, in Nuova Zelanda; la rotta faceva parte del Volo United Airlines 811 tra Los Angeles e Sydney, in Australia, con i vari scali.
Dopo circa 15 minuti dal decollo, ci fu un boato all’interno del Boeing: il portellone della stiva anteriore si staccò dall’aereo e provocò il cedimento della cabina sopra di esso, formando un enorme buco.
La cabina ha un meccanismo di pressurizzazione che mantiene la temperatura e la pressione dell’aria simili a quelle a livello del mare.
Lo squarcio portò a una depressurizzazione che provocò terribili conseguenze: otto passeggeri furono risucchiati con i loro sedili, fuori dall’aereo. Un nono passeggero fu inghiottito da un motore, che smise di funzionare.
Immediatamente le persone a bordo pensarono che fosse stata l’esplosione di una bomba a provocare l’incidente, ma non era così.
L’atterraggio di emergenza
Il pilota, David Cronin, ha rapidamente abbassato l’altitudine dell’aereo a 4.000 metri, per garantire che i passeggeri potessero respirare.
Sapendo che solo due dei quattro motori erano in funzione e che alcuni flap erano stati danneggiati, David ha effettuato un atterraggio di emergenza a Honolulu, portando i passeggeri in salvo.
Un rapporto ha concluso che il portellone della stiva aperta a causa di un guasto elettrico. In seguito ilproblema è stato risolto e in meno di un anno, l’aereo ha ripreso a volare. Nonostante le intense ricerche, i corpi delle vittime non sono mai stati trovati.
L’incidente del Volo United Airlines 811 ha causato 9 morti e 38 feriti, oltre al forte trauma subito dai passeggeri sopravvissuti.
Qua sotto vi lascio un artivolo che parla del possibile portale avvistato in Cina.
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