Nell’Oceano Pacifico, è stato scoperto un dente di Megalodonte, a una profondità di 3.000 metri.
Una scoperta sorprendente è stata fatta dai ricercatori che sondavano il fondale marino: hanno trovato il dente di un megalodonte gigante vissuto 150 milioni di anni fa.
Durante una spedizione a bordo dell’Exploration Vessel (E/V) Nautilus, un team di ricercatori che utilizzava il ROV Hercules, si è imbattuto in un dente di megalodonte (Otodus megalodon) a una profondità di circa 3.090 metri all’interno del Pacific Remote Islands Marine National Monument.
Il dente del megalodonte è conservato solo come corona triangolare, ma è straordinariamente ben conservato poiché i dettagli fini del suo bordo seghettato sono ancora visibili. Un dente con bordi seghettati è utile quando si cacciano mammiferi marini carnosi, come balene e delfini, poiché un bordo seghettato è lo strumento da taglio definitivo.
Il dente è rivestito in alcuni punti da una crosta di manganese, un elemento chimico noto per svilupparsi attorno ai nuclei fossili. I noduli di manganese sono oggetto di grande interesse nella rivoluzione delle batterie verdi, poiché alcune aziende ritengono che la raccolta di questi rari grumi ricchi di metalli dalle pianure abissali, potrebbe essere un modo meno dannoso per ottenere le materie prime necessarie.
Il dente feroce è rimasto sul fondo del mare per almeno 3,5 milioni di anni, scrivono i ricercatori, e in quel periodo potrebbe essere servito da cibo per uno strano gruppo di vermi. È noto che l’ anellide (verme segmentato) Osedax packardorum perfora i denti per nutrirsi della polpa della dentina, e i denti giganti del megalodonte potrebbero essere serviti come pasto.
Trovare fossili nelle profondità marine potrebbe non essere facile, ma i ricercatori affermano che ciò dimostra che vale la pena cercarli se vogliamo colmare le lacune nella nostra conoscenza di questi animali mal conservati.
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Fonte: sciencealert