Oggi parliamo dell’Effetto Troxler, un fenomeno ottico che influenza la percezione visiva attraverso l’elaborazione delle informazioni da parte del cervello.
L‘Effetto Troxler è un fenomeno di illusione ottica che inganna il cervello umano, perché influenza la percezione visiva. Fu scoperto da Ignaz Paul Vital Troxler, nel 1804, e consiste nel fissare lo sguardo su un punto fisso. Di conseguenza, ciò che è nella visione periferica scompare naturalmente.
In altre parole, si verifica una perdita della visione periferica osservando un punto fisso per pochi minuti, in questo modo, l’induzione di questo effetto crea delle distorsioni quasi spettrali attorno. È interessante notare, che dal fenomeno ottico sono emerse diverse leggende metropolitane che coinvolgono specchi o addirittura punti nell’oscurità.
L’effetto Troxler deriva soprattutto dall’adattamento dei neuroni coinvolti nella visione. Reagiscono quindi a stimoli non importanti perché gli occhi tendono a concentrarsi su un punto centrale e a cancellare le informazioni non necessarie.
In sostanza, Ignaz Paul Vitar Troxler ha spiegato che questo genera una maggiore potenza di elaborazione, migliorando l’efficacia della visione. L’effetto inganna quindi il cervello umano a causa di una caratteristica fondamentale di questo organo. Innanzitutto il cervello ha bisogno di elaborare migliaia di sensazioni attraverso un processo selettivo, ma semplifica il lavoro eliminando ciò che è meno importante.
Test sullo specchio
Inizialmente, gli esperimenti condotti dallo scienziato italiano Giovanni Caputo hanno studiato la relazione tra l’effetto Troxler e queste distorsioni. Innanzitutto ha chiesto a 50 partecipanti di osservare la propria immagine riflessa in uno specchio per 10 minuti in una stanza scarsamente illuminata. Subito dopo raccolse i risultati.
Il 66% dei volontari ha riscontrato enormi deformazioni sui propri volti. D’altra parte, il 18% dei partecipanti ha affermato con veemenza di vedersi come animali, con i loro volti che si trasformano nelle fattezze di maiali o gatti. Infine, il 28% ha riferito l’apparizione di persone sconosciute allo specchio e il restante 48% ha dichiarato di vedersi come mostri o esseri fantastici.
D’altra parte, studi recenti indicano una relazione tra l’effetto Troxler e i sistemi neurali in tutto il corpo. Come accennato in precedenza, è naturale che il cervello riduca il numero di processi, pertanto, i neuroni si adattano a ignorare ed eliminare ciò che è meno importante, per concentrarsi su ciò che è essenziale.
Ad esempio, possiamo citare l’uso degli occhiali. In primo luogo, i primi giorni di adattamento sono più difficili, perché la persona sente il peso degli occhiali sul viso, vede i suoi lati nella visione periferica e nota più frequentemente i movimenti.
Alla fine questi stimoli scompaiono e la persona si abitua, tanto che a volte ha la sensazione di avere gli occhiali sul viso dopo averli tolti.
È interessante notare che ciò che ha reso così famoso l’effetto Troxler, riguarda proprio la questione delle distorsioni, questo fenomeno ottico a volte è chiamato anche effetto Bloody Mary a causa della leggenda metropolitana.
In altre parole ripetendo più volte il nome Bloody Mary, fissando il tuo volto su uno specchio, è possibile vedere le fattezze di un demone che sostituiscono le espressioni umane.
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