La scoperta del cimitero delle navi, è avvenuta nel 2016 quando marinai e scienziati stavano mappando i fondali marini del Mar Nero, con sonar e veicoli telecomandati.
Durante una ricerca nel Mar Nero, alla ricerca di indizi sulla risposta dell’uomo all’innalzamento del livello del mare, un team internazionale composto da marinai e scienziati ha scoperto eccezionalmente un cimitero delle navi ben conservato, risalente al IX-XIX secolo e composto da 41 naufragi.
La scoperta è stata resa pubblica nel 2016 e durante lo studio, professionisti di origine britannica, americana e bulgara, hanno mappato il fondale marino con sonar e veicoli telecomandati (ROV).
Stavano studiando un periodo intorno a 12.000 anni fa, quando il Mar Nero si espanse notevolmente, evento che contribuì alla conservazione degli imponenti relitti.
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“Quando finì l’ultima era glaciale, circa 12.000 anni fa, il Mar Nero era un lago“, ha detto Jon Adams, ricercatore principale del progetto e direttore del Centro di Archeologia Marittima dell’Università di Southampton, secondo il National Geographic.
“Con l’innalzamento delle temperature e l’innalzamento del livello del mare, l’acqua salata del Mediterraneo ha invaso il Mar Nero, creando due strati distinti: uno superiore ossigenato con meno sale e uno inferiore di acqua salata senza ossigeno. “L’ossigeno scende a zero sotto i 150 metri, ideale per preservare i materiali organici“, afferma Adams.
I ricercatori coinvolti nella scoperta del cimitero della nave, hanno lavorato per quasi un mese a bordo della Stril Explorer, una nave da ricerca dotata di tecnologie di mappatura subacquea, incaricate di identificare forme anomale sui fondali marini tramite sonar.
Successivamente, i professionisti hanno utilizzato due ROV controllati in tempo reale da un centro di comando sulla nave per ottenere foto, video e misurazioni laser ad alta risoluzione dei relitti. I 41 naufragi erano distribuiti su una superficie di circa 2.000 chilometri quadrati.
Chimica unica
Nella maggior parte dei mari, il legno e le corde si decompongono rapidamente. Ma la chimica unica del Mar Nero riduce drasticamente il degrado. Molti relitti rinvenuti si trovavano a profondità inferiori a 150 metri, alcuni fino a 2.200 metri.
Inoltre, il legno di alcune navi era così ben conservato che erano ancora visibili i segni dello scalpello. È opportuno sottolineare che i materiali delle attrezzature, i rotoli di corda, i timoni e gli elementi decorativi in legno intagliato, sono sopravvissuti praticamente intatti.
Il naufragio più antico, dicono i ricercatori, sembra risalire alla fine dell’800, quando l’impero bizantino controllava la regione. Altri includono navi ottomane dal XVI al XVIII secolo, navi del XIX secolo e una nave italiana medievale del XIV secolo.
Gli archeologi determinano approssimativamente l’età e l’origine di una nave, analizzando lo stile delle navi di argilla nel suo carico, nonché il tipo di ancora e la disposizione dell’albero e delle manovre.
Nel caso dei relitti ritrovati nel Mar Nero, si trattava per lo più di navi mercantili che trasportavano vino, grano, metalli, legname e altri beni, anche se alcuni potrebbero essere “navi da incursione cosacca a remi”.
Nonostante le ipotesi di pirateria, sottolinea National Geographic, tutti i naufragi sembrano essere stati causati da tempeste.
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